– LA STORIA –
Mi chiamo Pasquale, ho 48 anni e mentre scrivo questa storia, la radio passa “Karma Police” dei Radiohead.
Vi racconto, più o meno, quello che è successo.
Se pensate che io abbia un’idea chiara su come sia arrivato a distillare Gin… beh, non ci sperate, non ce l’ho!
Vi prometto che semmai lo capirò lo condividerò con voi.
CAP. I – THE BLUE DEVILS –
Non ricordo bene l’anno, ma credo circa una decina di anni fa, tra amori perduti e imprese interrotte, arriva il momento più buio della mia vita. Tutte le credenze, i principi che avevano formato la mia anima perdono improvvisamente il loro valore.
Sentivo il bisogno di qualcosa di fermo a cui aggrapparmi, ma tutto ciò in cui avevo creduto fino ad un momento prima, mi sfuggiva, non lo sentivo più parte di me.
Forse sbagliando, senza nessuna pausa, inizio una nuova attività.
CAP.II – IL LOUGE BAR –
E’ così che insieme ad un amico investo gli ultimi soldi rimasti in un lounge bar. Ma in un paesino di una delle province più disastrate d’Italia, credo che di “lounge”, c’era solo la forma lunga e stretta del bar.
Una decisione impulsiva, per non star fermo, per avere qualcosa a cui pensare; l’istinto, a volte, è l’unica cosa di cui riesci a fidarti.
Tutti penserete: – “Che figata”!
Eh no!! E’ proprio qui che ho quasi toccato il fondo. Trovavo il lavoro noioso, ero completamente insoddisfatto.
Le uniche cose che mi rilassavano erano cucinare e creare cocktail.
CAP. III – ASPETTANDO TOMMASO –
Fu una sera di primavera, con i primi caldi e la voglia di fuggire da quella vita che mi annoiava, che dopo l’ennesimo Gin & Tonic” mi dico:-
“Cazzo, farò un Gin con i prodotti della mia terra!”.
Una insistente e consolatrice voce interiore mi spinge a partire subito: inizio a studiare, vado a raccogliere arance, limoni, pompelmi e liquirizia, acquisto on-line altre spezie, non locali, tipiche del Gin, e le metto a macerare nell’alcool, aspettando Tommaso, ex professore di Chimica all’Università del Venezuela, affinchè mi aiutasse nella distillazione.
La macerazione durò quasi un anno!
Cosa era per me la distillazione?
Più o meno come trovarsi faccia a faccia con un Orso nel deserto di Sonora in Messico.
Arriva la pandemia e il lockdown.
Cercando su Youtube, mi imbatto in un video in diretta streaming in cui si parlava di Ginepro e veniva eseguita una distillazione di Gin. Il video era condotto da Vittorio D’Alberto, patron di Ginitaly. Nel frattempo siamo diventati amici.
P.S. : Se Vittorio dovesse fare una recensione positiva su Billie Gin, prendete in considerazione l’amicizia, siate critici e assaggiatelo prima.
Con questi primordiali insegnamenti, acquisto un piccolo alambicco e trovo il coraggio per iniziare a distillare. Studio, ascolto tutte le interviste video dei Master Distiller più famosi, italiani ed esteri, con l’intento di ricevere quante più informazioni possibili da applicare alle mie continue prove.
E poi distillo, distillo e distillo a giorni alterni da più di due anni.
Non so come sia arrivato a distillare Gin; credo che qualcosa, qualcuno, ti indichi che non hai alternative, che devi percorrere quella strada fino in fondo, perchè dentro di te hai misurato le tue forze e senti che ce la farai, perchè quella cosa è parte di te.
Ma ciò che è stato determinante, fu quando mia madre apprese in televisione che la Regina Elisabetta degustava un Gin&Tonic a sera: con un veloce collegamento all’età della Regina, mia madre comprese immediatamente i benefici del Gin ed esclamò in madre-lingua :- “ FAMM’ NU’ GINZ! ” (Fammi un Gin).
Non so se volesse un Gin con la Z di Zorro, ma così disse –
CAP IV. – CONCLUSIONI – TERRA ARIDA, PIOGGIA E PASSIONE
Questa che vi ho raccontato è la storia vera, così come vero è BILLIE GIN.
Ho cercato di riprodurre il profumo acido e dolce di quando la mia terra arida da molto tempo viene bagnata da una pioggia battente.
Mi è sempre piaciuto quell’odore intenso, ce l’ho impresso nella mente.
Completamente fatto a mano, con materie prime selezionate e prive di pesticidi, ma soprattutto con la passione e con la voglia di farvi bere il meglio che riesca a realizzare.
Non riuscirei a farlo diversamente.
Quello che verrà è un’altra storia.
Scriviamola insieme.
– Pasquale –